altimetria
planimetria
info tecniche
Tappa con salita all’inizio e alla fine intervallata dalla Piana del Fucino. Si scala in partenza Monte Urano seguito da Forca Caruso. Si entra quindi nella piana del Fucino dove i successivi 60 km sono praticamente privi di dislivello. Si percorrono strade piane e rettilinee dove sono da segnalare i consueti ostacoli alla circolazione nei centri urbani. Da Celano salita conclusiva a Santa Iona-Forme prima della discesa verso l’arrivo.
Ultimi km
Ultimi 3 km prima in lieve discesa e quindi ultimo chilometro in lieve salita perfettamente diritto. Rettilineo di arrivo su asfalto lungo 1100 m (largh. 8 m).
partenza / arrivo
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
ALANNO
Panoramica
Alanno un Paese sorto tra il VI e VII secolo arroccato su una magnifica e lussureggiante collina della vallata del Pescara. Il nome di Alanno è di origine longobarda ed il territorio è composto da ben 12 contrade. Il Panorama che si ammira è mozzafiato. A sud ovest la maestosa Maiella che insieme al Morrone e alla bella addormentata si unisce al Gran Sasso; a nord est il mare e nelle giornate terze dalla parte più alta del Paese di riesce a scorgere la linea blu dell’Adriatico. Alanno si raggiunge dalla Tiburtina Valeria e dall’Autostrada A/24 con uscita proprio ad Alanno e con la ferrovia Pescara-Roma, stazione di Alanno inaugurata l’ 1 marzo 1873. Nella parte alta sorge Il centro urbano, Borgo Medievale con le sue torri che risalgono al 1300/1400 e con il suo Istituto Agrario sorto su un antico convento Francescano sito in Alanno sin dal 1300. Si possono ammirare le antiche rue, strette stradine, che attraversano a destra e a sinistra il Corso principale del Paese. La Torre solitaria che troneggia nella Piazza principale faceva parte del Palazzo di Marcantonio Leoniani Fieramosca.
Gastronomia
Nei ristoranti e/o trattorie locali si possono degustare piatti tipici come SAGNE E FAGIOLI, caratterizzate da una preparazione rigorosamente artigianale, LI PITTILUN altra perla della tradizione che si accompagna sia con gli intingoli a base di cipolla e pecorino in scaglie che con gustosa salsa a base di baccalà e pomodori dell’orto. CHITARRA AL RAGÙ, L’OSS D’ LU PARENT, fatto con il primo assaggio rituale delle spuntature dopo la mattanza del maiale grasso, ARROSTICINI (nel dialetto spitucci), AGNELLO ARROSTO, PANE OLIO E FAVE accompagnato da un buon pecorino locale. Trai i dolci spiccano LE PIZZELLE (neole) farcite con marmellata d’uva locale, LE SFOGLIATELLE, LE CHIACCHIERE fritte di carnevale. Particolare importanza ha la produzione di olio extra vergine di oliva con spiccate profumazioni e varietà locali
Vino e Bevande
Il paese morfologicamente collinare, con buona esposizione solare (la solagne) presenta immense distese di oliveti e vigneti con vitigni pregiati come il MONTEPULCIANO D’ABRUZZO, il CERASUOLO D’ABRUZZO, il TREBBIANO D’ABRUZZO, il PECORINO e la COCOCCIOLA.
Punti di Interesse
CHIESA DI SAN FRANCESCO E SAN LUDOVICO annessa al Convento Francescano. La Chiesa ed il Convento furono restaurati nel lontano 1575. Riportò ingenti danni dal terremoto del 1915 e nuovamente restaurata, in modo particolare, negli affreschi interni dal pittore francescano Padre Giovanni Lerario e sono da ammirare i quadri di Ranieri da Guardiagrele del 1794 e il bellissimo quadro della Madonna Immacolata del pittore Paolus De Maio.
LE TORRI. Un Torrione circolare medievale posto alla difensiva del Paese collegata da mura ad altre Torri rotonde e quadrate, risalgono alla fine del 1300 inizio 1400.
PALAZZO DELLE SCUOLE. Progettato nel 1922 fu sede delle scuole elementari e successivamente delle scuole medie e con l’ultima ristrutturazione e diventata una delle più belle scuole del nostro comprensorio.
PIAZZA DEL BORGO. Il Borgo è uno dei quartieri più identitari di Alanno, è una appendice dell’antico Castrum. Un rione sviluppatosi con le aperture delle antiche porte che immettevano nel Paese: Porta San Francesco e Porta San Giovanni. Una caratteristica piazzetta sorge nel mezzo delle abitazioni che si sono consolidate ed abbellite nel tempo.
CASA DELLA CULTURA GABRIELE D’ANNUNZIO. Fu il primo Palazzo comunale costruito nella prima metà del 1800, successivamente agli inizi del 900 il Comune acquistò il Palazzo Fieramosca e vi trasferì gli Uffici comunali. In questo Palazzo nel 1927 furono ospitate le suore Francescane del bambin Gesù che vi fondarono l’asilo ed il laboratorio di cucito e ricamo; queste rimasero in Alanno fino al 1994. Oggi il Palazzo restaurato è diventato Casa della Cultura che ospita la biblioteca comunale e un piccolo museo.
CHIESA ORATORIO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE. Risale al XV – XVI secolo, tutto ebbe inizio con un grande prodigio. L’Apparizione della Madonna ad un uomo che pascolava i buoi vicino ad una vecchia chiesetta, ricoperta di rovi, che gli chiese di andare ai signori di Alanno per far ripulire la sua casa. Questo vuole la tradizione, la Chiesa venne ultimata strutturalmente nel 1505, come attesta l’iscrizione presso il portale d’ingresso. Portale in pietra della Maiella attribuito alla bottega di Giacomo Di Silvestro da Sulmona. Lo stile esterno della Chiesa è un romanico semplice e austero, ma non appena la porta si apre è come trovarsi davanti ad uno scrigno pieno di tesori. Gli stucchi interni sono opera di Donato Perada da Milano e furono finiti nel 1675. Di notevole valore iconografico sono le dodici statue ad alto rilievo, nel secondo ordine della navata, rappresentano profeti e re del vecchio testamento. Elemento di grande interesse sono le 12 sibille affrescate nella volta a vela della navata. Risalgono al 1522 gli affreschi delle lunette sopra l’abside da attribuirsi alla scuola di Andrea De Litio, le scene rappresentano la vita della Madonna. Un grande affresco di Bernardino Caporale del 1698 si trova dietro l’altare raffigurante l’assunzione di Maria con angeli musicanti. L’altare, realizzato nel 1642, di pregevole fattura porta incastonato nel suo interno trittico tricuspidale del XIV secolo su tavola con Madonna con angeli, San Sebastiano e San Clemente Papa di scuola Umbro Marchigiana.
MAGLIANO DE' MARSI
Panoramica
Protetto dalla maestosità del Monte Velino e circondato dalla natura troviamo il paese di Magliano dei Marsi, la cui bellezza a dispetto delle alterne vicende storiche e naturali ci racconta della forza e della tenace resilienza dei suoi antichi abitanti.
Il Comune di Magliano dei Marsi, con le sue frazioni di Marano e Rosciolo,conta circa quattromila abitanti.
Il documento più antico che riporta il nome del paese è del 1250 quando, in un registro delle rendite della chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, troviamo un esplicito riferimento ad una chiesa di Santa Maria sita in Magliano. Prima di allora l’agglomerato urbano di Magliano non era castello a sé perchè soggetto al più grande centro di Carce, il cui nome all’interno di documenti ufficiali inizia a diradarsi sul finire del XV secolo, per lasciare poi definitivamente spazio a quello di Magliano. Nel XVI secolo l’antica parrocchia di San Martino in Carce, venne sostituita dalla struttura religiosa di Santa Lucia in Magliano.
Il XVIII secolo rappresenta un momento estremamente favorevole per lo sviluppo del paese, la cui popolazione nel giro di mezzo secolo raddoppiò di numero.
Magliano venne coinvolto anche nelle vicende risorgimentali, dopo aver votato a favore dei Savoia e dell’unità d’Italia il paese rischiò, la notte tra il 19 ed il 20 ottobre 1860, l’assedio ed il conseguente saccheggio da parte dell’esercito francese guidato dal generale La Grange,inviato dai Borboni. La tradizione vuole che Magliano sia stato risparmiato dalla distruzione grazie all’intercessione miracolosa dei santi soldati Giovanni e Paolo,protettori del paese insieme a Santa Lucia. Ancora oggi, a ricordo dell’intervento miracoloso, ogni anno il 20 ottobre la popolazione si raccoglie in processione, ed attraverso una rievocazione storica rivive i drammatici momenti vissuti nel passato.
Il terremoto del 1904 ed ancor di più quello del 13 gennaio 1915, colpirono duramente il comune, all’indomani dell’evento sismico del ’15 il paese era ridotto ad un cumulo di macerie, con un totale di 621 vittime.
Della chiesa parrocchiale non era rimasto praticamente nulla, unico sopravvissuto il campanile dell’edificio realizzato nel 1880 su disegno di Tommaso Di Lorenzo. Nonostante le successive difficoltà, legate all’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale, i maglianesi hanno saputo ricostruire il loro paese, solo ventidue anni dopo il sisma, la chiesa di Santa Lucia simbolo non solo di fede ma anche di rinascita collettiva, la notte di Natale del 1937 tornò ad essere officiata.
Gastronomia
Il nostro comune non offre soltanto arte e bellezza, ma anche specialità gastronomiche realizzate sfruttando perlopiù prodotti naturali, come quelli presenti sulle nostre montagne: orapi, tartufi e funghi.
Tra i prodotti coltivati sicuramente il più importante è una particolare varietà di granturco, noto come “otto file” che presenta otto file di grani dal caratteristico colore ambraceo. Sono inoltre noti i broccoletti di Magliano, una varietà di brassicacea che si distingue da quelli coltivati in altre zone, grazie alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo. Ultimamente, soprattutto grazie al lavoro di recupero di giovani agricoltori, è rinata la coltivazione dello zafferano.
Tipici della nostra cucina sono inoltre i piatti a base di cinghiale o pecora, come ad esempio lo stracotto di cinghiale e la pecora “Ajo cotturo”.
Prima del prosciugamento del lago del Fucino avvenuto nel 1878, le condizioni climatiche del paese di Magliano consentivano la coltivazione di un vitigno autoctono dal quale si ricavava:vino aleatico, malvasia ed il cosiddetto vino “abbottautti”.
Punti d'interesse
Magliano insieme alle sue frazioni ospita preziose testimonianze artistiche del passato che unite alle bellezze naturali del paesaggio, protette dal Parco Naturale Regionale Sirente Velino, offrono interessanti spunti per il turismo.
Come già detto, l’edificio più identificativo di Magliano è sicuramente la chiesa parrocchiale di Santa Lucia, realizzata tra il XIII ed il XIV secolo, molto probabilmente dalle stesse maestranze che avevano costruito la chiesa cistercense di Santa Maria della Vittoria a Scurcola.
La facciata dell’edificio sacro è nella parte inferiore di origine trecentesca ed ha tre portali ad arco ogivale, mentre la parte superiore presenta un rosone del ‘400 ed una grande finestra di periodo barocco. Ai lati del rosone, precisamente due per lato, troviamo quattro pannelli scolpiti a bassorilievo, quello più esterno alla sinistra dello spettatore presenta incise le famose parole del palindromo “Sator Arepo Tenet Opera Rotas”.
All’interno dell’ edificio sacro, suddiviso in tre navate, troviamo un pergamo realizzato durante la ristrutturazione post terremoto della chiesa sfruttando elementi architettonici medievali e rinascimentali. La struttura ottenuta dalla fusione di questi elementi ospita un affresco settecentesco riproducente santa Apollonia. È inoltre conservato, sempre all’interno della parrocchia, un pregevole coro ligneo proveniente dal convento di San Martino di Carce, struttura che è andata distrutta durante l’evento sismico del 1915.
Interessanti inoltre gli affreschi conservati all’interno degli altri edifici sacri del paese: la cappella votiva ai caduti delle guerre, l’edificio sacro di Santa Maria di Loreto e quelli presso il chiostro della chiesa conventuale francescana di san Domenico.
Nei pressi della chiesa di Santa Lucia troviamo inoltre il cosiddetto giro di tornoterra lungo il quale, dal giorno dell’Epifania fino al giorno di carnevale, si disputa il caratteristico cacio torneo. Il formaggio utilizzato durante le partite del torneo, la maggior parte delle volte, diventa poi uno degli ingredienti fondamentali per realizzare i caratteristici fiatoni o fiadoni, un alimento tipico del periodo pasquale.
Lungo il giro di tornoterra, sono visibili gli elementi architettonici di un’ antica cappellania dedicata a san Biagio, andata in parte distrutta durante l’ evento sismico del 1915. La diversa destinazione d’uso dell’edificio,nel tempo trasformato in cinema, non ha determinato la fine del culto del popolo verso il santo protettore della gola. Ogni anno il 3 febbraio,dies natalis di san Biagio, viene celebrata una messa in onore del santo durante la quale vengono benedetti i chiortani: dolci a forma di ciambella realizzati con l’ anice.
Spunti di riflessione interessanti vengono anche dall’esame delle varie testimonianze artistiche presenti nelle due frazioni di Magliano.
Nel suggestivo borgo di Marano, oltre alla chiesa parrocchiale dell’Assunta, vi è un edificio sacro realizzato tra X ed XI sec. intitolato ai santi Giovanni e Paolo il cui culto probabilmente è nato come conseguenza dell’ingresso di reliquie dei due santi fratelli. All’interno della struttura, ormai purtroppo compromessa dall’usura del tempo, troviamo un interessante ciclo pittorico contemporaneo all’edificio, ed un affresco di età barocca riproducente i due martiri nella gloria celeste. Di particolare importanza inoltre sono le numerose croci e tacche incise sulla parte esterna del portale, prova tangibile di un antico affluire di pellegrini.
Il perfetto equilibrio tra arte e natura è l’elemento che più caratterizza il paese di Rosciolo, all’interno del quale è possibile visitare le chiese di: Santa Maria delle Grazie, san Sebastiano, san Barnaba, ma soprattutto l’edificio sacro di Santa Maria in Valle Porclaneta. La chiesa così come appare ai nostri giorni è quel che resta di un’antica struttura monastica benedettina dell’XI secolo. La struttura esterna dell’edificio sacro presenta un tetto dalla forma caratteristica, che asseconda e riproduce la naturale inclinazione del Monte Velino alle sue spalle.
L’interno della chiesa a tre navate, è interamente affrescato e conserva arredi sacri originali che testimoniano evidenti influenze orientali nella tecnica di lavorazione. Caratteristica è anche l Infiorata, realizzata per il Corpus Domini