Prima la delusione, il colpo strozzato sul manubrio, poi l’incertezza, il dubbio che avanza, e poi la gioia: Enrico Zanoncello ha vinto la prima tappa de Il Giro d’Abruzzo 2024 al fotofinish, quasi senza accorgersene. Ma poco importa se non è riuscito ad alzare le braccia al cielo, perché sugli annali, alla voce del primo vincitore nella rinata corsa abruzzese, ci sarà il suo nome. Quando si vince per pochissimi millimetri, però, c’è anche chi viene beffato, in questo caso Matteo Malucelli (JCL Team Ukyo), al quale toccherà masticare amaro per un po’ di ore.
La Vasto-Pescara era probabilmente l’unica chance per gli uomini veloci, quindi quel gruppetto di sprinter che era arrivato in Abruzzo aveva nel mirino solamente la tappa di oggi. E quando è così il finale è sempre nervoso, tirato, e questa volta lo è stato ancor di più tra saliscendi, attacchi, cambi di direzione e rilanci. Alla fine l’Astana è stata la squadra miglior nel pilotare il proprio velocista, Max Kanter, che però non ha avuto lo stesso picco di velocità di Malucelli e Zanoncello, arrivati a giocarsi il successo per mezzo dito.
Il ciclismo moderno non fa sconti agli sprinter puri, e se non sei Cavendish o uno dei Top 5 al mondo, ogni anno devi sgomitare a suon di piazzamenti e vittorie per ritagliarti spazio in squadra e soprattutto guadagnarsi la fiducia nelle grandi corse. Zanoncello lo sa bene, da quando è passato professionista nel 2021 ha fatto tantissima gavetta, girando il mondo tra una corsa e l’altra nel tentativo di crescere fisicamente e mettersi in mostra.
Solo l’anno scorso ha gareggiato in Argentina, UAE, Croazia, Taiwan, Slovenia, Bosnia, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Cina, in due periodi differenti, e Malesia. Una stagione da globe trotter, che però gli ha permesso di prendere confidenza coi piani alti delle classifiche, visto che è riuscito a vincere una tappa in Taiwan, una al Qinghai Lake e una al Taihu Lake, in Cina. In Abruzzo, quindi, ha vinto per la prima volta in Europa e in Italia, con la speranza che questo successo possa proiettarlo in una nuova dimensione. “A 26 anni mi auguro che questa vittoria mi possa garantire la prima convocazione al Giro d’Italia”. Quando un millimetro può cambiare tutto…