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Ultime scintille nel gran finale verso L’Aquila

29/03/2024

Bisognerà faticare fino alla fine per portarsi a casa la prima edizione del nuovo Giro d’Abruzzo. Dopo le fatiche di Prati di Tivo, infatti, i corridori si troveranno di fronte un’ultima tappa a dir poco esplosiva, difficile da interpretare e piena di insidie, per 173 km tutti da vivere. Si parte dalla cittadina di Montorio al Vomano, circondata da un territorio fatto di piccole valli e fiumi che ascendono fino alle vette del Gran Sasso d’Italia, in un susseguirsi di campi, prati, boschi e fiori alpestri.

Dopodiché sarà un susseguirsi di saliscendi tra una valle e l’altra: si possono contare 12 salite, alcune più impegnative, altre meno, con la prima parte di tappa tutta a salire attraverso Penna Sant’Andrea, Cesi e Penne fino a Brittoli e alla Forca di Penne, per poi approcciare la salita più impegnativa di giornata, quella di Castel del Monte, ai piedi del Gran Sasso. Entrambe le ultime asperità, tra le altre cose, saranno teatro di battaglie anche tra le ragazze, al prossimo Giro d’Italia Women.

Il finale de L’Aquila è tutto da interpretare: ai -6 km si affronta la salita di via della Polveriera con pendenze attorno al 5-6% e punte del 9%. La discesa successiva termina con una svolta secca verso destra ai 2 km dall’arrivo e ai -1500 mt la strada inizia a salire, con l’ultimo chilometro che ha una pendenza attorno al 7% con una punta dell’11%. Chi avrà voglia di provare a ribaltare il Giro d’Abruzzo, oppure tentare un colpo di mano nel finale, troverà il percorso giusto per farlo.

Il traguardo de L’Aquila fa tornare in mente tanti bei ricordi legati al Giro d’Italia. La prima volta del 1914, e poi la doppietta di Gino Bartali, sia nel 1935 che nel 1936, per non parlare della fuga bidone di Carlo Clerici nel 1954, che gli permise di resistere al ritorno degli avversari e portarsi a casa la Maglia Rosa contro ogni pronostico. Uno scenario molto simile a quello del 2010, quando andò via una fuga di 40 uomini e il gruppo arrivò a quasi 13 minuti, con vittoria di Evgeni Petrov e una classifica generale completamente rivoluzionata, che costrinse Ivan Basso a dare spettacolo sulle montagne per recuperare tutto quello svantaggio.

Insomma, una città che ha regalato al ciclismo tanti capitoli interessanti e che ora, come chiusura del nuovo Giro d’Abruzzo, si appresta a scriverne un altro.

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