Ve lo ricordate? Al Giro Next Gen dell’anno scorso lo celebravamo per la vittoria sul Cansiglio, proprio all’indomani della tragica scomparsa del suo connazionale e amico Gino Mäder. Jan Christen ha una croce tatuata sul braccio e quel giorno, dopo il successo, disse: “La guardavo spesso durante la tappa, con la speranza che Gino mi spingesse verso la vittoria”.
Proprio perché erano giorni un po’ tristi, non sottolineammo a dovere il grande talento di questo ragazzo che, 10 mesi più tardi, veste la maglia della UAE Team Emirates e a Magliano de’ Marsi, in provincia de L’Aquila, ha vinto la sua prima corsa professionistica. Non sappiamo come si svilupperà la sua carriera, se diventerà un fuoriclasse oppure più normalmente un buon corridore, se vincerà 50 o 10 corse, fatto sta che Il Giro d’Abruzzo 2024 rimarrà per sempre la gara in cui ha aperto il suo score.
È un classe 2004, è un corridore completo, che si difende sulle lunghe salite e sul passo, e si esalta sulle asperità più brevi, in cui c’è da cambiare passo con decisione. Quest’anno aveva già flirtato con la vittoria, chiudendo al 5° posto il Trofeo Laigueglia e al 2° la Milano-Torino, in cui è stato battuto solo da Alberto Bettiol. Era questione di tempo e questa volta il successo se l’è andato a prendere con decisione e testardaggine.
Se una squadra come la UAE, che qui in Abruzzo schiera anche corridori come Adam Yates, Pavel Sivakov e Diego Ulissi, ti dice “oggi corriamo per te”, beh, significa che di talento ne hai da vendere. Christen non si è fatto pregare, e salendo verso Santa Iona ha piazzato il suo affondo. Ripreso da Alexey Lutsenko ne ha piazzato un altro. Ripreso, ne ha piazzato un altro ancora. Ripreso, in discesa ha piazzato quello decisivo, sfruttando la protezione dietro di Sivakov e Yates. 5, 10, 15 secondi e il gap è diventato incolmabile per gli avversari. La perseveranza, quando è accompagnata da gambe e motore, paga sempre.